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Consapevolezza digitale: intervista a Isabella Corradini

Cosa cambia nell'ambito della consapevolezza digitale dopo l'emergenza? Questa accelerazione enorme verso la digitalizzazione è accompagnata da un corretto uso dei device e dalla giusta protezione dei nostri dati? La parola a Isabella Corradini, Presidente e Direttore Scientifico del Centro Themis
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Quali risvolti dopo la chiusura forzata delle scuole? Il ruolo dell’educazione digitale

In un periodo storico in cui la scuola in Italia è l’ultima a riaprire “fisicamente” a causa del Coronavirus, studenti e docenti sono passati dal fare lezione solo in aula a fare lezione solo via web.

Un’improvvisa, forte accelerazione che di certo lascerà tracce anche nel post emergenza.

Portandoci a riflettere sul ruolo del digitale nella formazione ma anche su come siamo in grado di gestirlo. Su quanto i ragazzi ma anche i loro insegnanti (e genitori) siano tecnologicamente pronti e consapevoli. 

Di rischi ed educazione digitale abbiamo parlato con Isabella Corradini, Direttore scientifico di Themis, Centro Ricerche Socio-Psicologico e criminologico forense.

Psicologa sociale e criminologa, al tema della sicurezza ha dedicato tanti anni di studio e diverse pubblicazioni nazionali ed internazionali.

S.: Isabella, come vedi questo processo di accelerazione forzata verso l’educazione digitale?

I.C.: « L’utilizzo del digitale nelle attività quotidiane è ormai una costante e lo sarà sempre di più negli anni a venire: l’educazione digitale è fondamentale. Non possiamo ignorare, infatti, che tra le competenze richieste per lavorare ci sono anche quelle digitali nel senso più ampio del termine.

Detto questo però, è l’accelerazione forzata che non vedo positivamente. Bruciare le tappe per una tecnologia che impatta in modo così dirompente sulla vita e sulle relazioni delle persone non facilita l’apprendimento corretto.

In questi anni si è detto e promesso molto in materia di digitale ma si è poi arrivati impreparati a mantenere – almeno inizialmente -, la continuità operativa necessaria per far fronte all’emergenza sanitaria.  

All’improvviso, gli insegnanti si sono trovati a riorganizzare le proprie attività con strumenti digitali rispetto ai quali non tutti avevano dimestichezza d’uso.

Grazie al loro senso di responsabilità si è comunque arrivati a fare quanto era necessario e possibile in quel momento: in questo senso, la didattica a distanza ha reso possibile, anche se con delle limitazioni, lo svolgimento delle lezioni.

Ovviamente con grosso impegno e sforzo da parte di tutti».

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Useremo sempre più, e per le cose più banali, le tecnologie. Conoscerle è indispensabile, soprattutto dopo questa accelerazione forzata”

Isabella Corradini

S.: In questo scenario di uso sempre più frequente dei device, quali il significato e il ruolo della consapevolezza digitale?

I.C.: «Proprio per il fatto che stiamo andando verso un uso sempre più esteso nel quotidiano di strumenti e piattaforme digitali, sarà fondamentale preoccuparsi anche di altri aspetti legati al loro uso. In particolare, dei rischi che si possono correre in rete.

Un uso consapevole significa prima di tutto conoscere i rischi connessi al mondo digitale, il che implica stimolare il “pensiero critico” in modo da valutare pro e contro delle tecnologie digitali e adottare comportamenti responsabili e sicuri, oltre che nel rispetto altrui.

Occorre adoperarsi affinché le tecnologie siano al servizio degli esseri umani, e non il contrario. Tanto più che nell’era dell’Internet delle cose (Internet of Things, IoT) e dell’intelligenza artificiale, sempre più gli esseri umani saranno portati a delegare alle tecnologie le più semplici attività quotidiane. Tutto questo è possibile se si conosce il funzionamento di questi strumenti, che non vanno assolutamente criminalizzati: le tecnologie non sono né buone né cattive, ciò che fa la differenza è l’uso che se ne fa.

E’ quindi sulle persone che bisogna lavorare, partendo proprio dall’educazione nel contesto scolastico».

S.: Quali sono i rischi di utilizzare con leggerezza i dispositivi ed esporre i propri dati per i più giovani?

I.C.: «Ci sono rischi di varia natura. Alcuni di questi creano maggiore allarme sociale perché hanno a che fare con le molestie sessuali online o l’adescamento di minori da parte di malintenzionati.  

Ci sono poi diverse forme di aggressività, tra le quali il cyberbullismo che trova terreno fertile in Rete, dal momento che questa permette di diversificare le strategie volte a prevaricare e denigrare la vittima.

Basti pensare all’utilizzo di messaggi minacciosi e offensivi o al ricorso a false notizie.

Tutte queste azioni possono avere un effetto devastante dal punto di vista psicologico, proprio perché, in particolare per i giovani, la costruzione di una propria reputazione positiva passa attraverso i social media e la comunità digitale di cui ci si sente parte e dalla quale si vuole essere accettati.  

Ci sono poi altri rischi legati al furto di identità e alle truffe in rete, vista la maggiore facilità con cui oggi è possibile fare acquisti online, tanto che ormai anche un’app permette di farlo.

Questo però non significa che si deve fuggire dal mondo digitale: il segreto è starci ma adottando comportamenti responsabili. Dunque sì all’uso consapevole, non all’abuso».

S.: Raccontaci la tua attività sul tema consapevolezza digitale nell’ambito di “Programma Il Futuro”.

I.C.: «Il centro che dirigo (Centro Ricerche Themis) si occupa di monitorare i dati di partecipazione e la qualità degli strumenti del progetto.

Inoltre, essendo la nostra struttura specializzata sui temi della consapevolezza digitale, forniamo a Programma il Futuro il supporto su quest’area.

In particolare, ho collaborato alla realizzazione di guide ad hoc sulla cittadinanza digitale consapevole, adattando lezioni e video forniti dall’organizzazione americana no-profit Common Sense Education.

I materiali contengono piani di lezione per gli insegnanti su una serie di argomenti, ad esempio come comunicare in rete in modo sicuro, come visitare siti in rete proteggendo i propri dati personali, cosa fare per contrastare il cyber bullismo (a questo link è possibile consultare e scaricare le varie guide). 

Sono state anche prodotte apposite schede per genitori al fine di sensibilizzarli su queste tematiche, perché accanto agli insegnanti, i genitori hanno un ruolo fondamentale nell’educazione digitale dei propri figli.

Nel periodo di emergenza sanitaria va anche ricordato che Programma il Futuro ha implementato una serie di webinar informativi destinati ad insegnanti e genitori, grazie anche all’aiuto dei partner di progetto.

Se vogliamo continuare a percorrere la strada dell’educazione digitale, dobbiamo necessariamente coniugare la conoscenza dei principi base dell’informatica con gli aspetti di consapevolezza, perché come spesso ripeto, non può esserci consapevolezza senza conoscenza».  

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