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Seeweb racconta l’OpenStack in Action 5

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Marco Cristofanilli all'OpenStack
Marco Cristofanilli, Seeweb

OpenStack in action è un evento dedicato ad OPS (OpenStack ndr) di respiro internazionale che si tiene tutti gli anni a Parigi. Nell’edizione di quest’anno Seeweb era presente con una sua delegazione.

 

Come azienda che fa dell’applicazione delle nuove tecnologie, in particolare di quelle cloud, la propria ragion d’essere, Seeweb segue da vicino OpenStack fin dagli albori del progetto. Eventi come questo servono ad incontrare i maggiori esperti del settore (quasi tutti contributori diretti al codice di OPS) per fare il punto della situazione e tracciare le linee guida per gli sviluppi futuri. Segue un piccolo resoconto degli spunti più interessanti emersi dai talk che si sono succeduti.

Nick Barcet (fondatore di Ceilomenter, il sistema per tracciare i consumi in OPS) solleva provocatoriamente una questione centrale ed ancora non compresa appieno da molti: OPS non è un prodotto, è una tecnologia e non sarà quindi mai pronto per le aziende di per sé. È invece lecito chiedersi se le aziende siano pronte per OpenStack. La leva dei costi di licenza abbattuti non dovrebbe essere la sola motivazione della scelta, questi ultimi infatti rappresentano solo un parte marginale dei costi affrontati. Le motivazioni che dovrebbero portare ad optare per OPS sono:

  • possibilità di dividere con altri player costi di sviluppo;
  • possibilità di adattare il codice alle proprie esigenze;
  • sicurezza, grazie al controllo che si può esercitare;
  • standardizzazione di formati, protocolli e processi.

Dal punto di vista tecnico sono state citate le migliorie apportate in IceHouse (l’ultima versione stabile). Tra le tante ricordiamo:

    • le migliorate funzionalità di live migration;
    • la migliorata integrazione con Ceph;
    • l’introduzionedi un DaaS integrato nella dashboard principale (database as a service) Trove. (A tale proposito ci piace ricordare che Seeweb che ha lanciato la sua soluzione DaaS CloudDB da quasi un anno e le sue funzionalità non sono ancora eguagliate).

 

Sala convegni dell'OpenStack
Sala congressi OpenStack, Parigi

Siamo convinti che la strada intrapresa sia quella giusta ma restano alcuni punti a cui occorre prestare attenzione quando si vuole adottare questa tecnologia.

Per beneficiare appieno delle caratteristiche che tale IaaS garantisce, bisognerebbe operare delle trasformazioni anche ai processi della propria azienda tra cui la principale è sicuramente quella di adottare l‘Agile development come metodo di lavoro. Approfondire tale discorso è fuori dallo scopo di questo articolo, ma la nostra esperienza sul campo ci dice che tale trasformazione è estremamente complessa e sono poche le aziende che sono disposte alla transizione.

Tra tutti gli scogli, quello più difficile da superare ci sembra lo spostamento dello SLA dalla IaaS alla applicazione:per farlo occorre ripensare in toto la propria applicazione in modo da renderla distribuita, scalabile orizzontalmente e partition tolerant; per fare questo non è sufficiente riscrivere il codice, occorre cambiare il modo di farlo (Agile).

Alla luce di quanto emerso dai talk e conferenze di OPS in action 5 crediamo che prodotti basati su OPS possano rappresentare, in futuro, una valida alternativa a molte esigenze di private, hybrid e public cloud, ma allo stesso tempo siamo convinti che prodotti cloud in grado di garantire uno SLA molto elevato e capaci di scalare verticalmente in modo semplice, saranno la risposta migliore per molti clienti.

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