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Net Neutrality: cosa faranno della nostra Internet

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Creare una Internet di prima classe e di terza classe, e fare finta di farlo per il nostro bene. Ecco come vogliono trasformare il futuro (web) di tutti noi.

Internet e net neutrality“La prima classe costa mille lire, la seconda cento, la terza dolore e spavento”.

Già dai tempi della tragedia del Titanic si poteva viaggiare in modo diverso a seconda del proprio status sociale.

Oggi anche noi, liberi fruitori di questo Internet “selvaggio, ricco, confuso”, potremmo rischiare di viaggiare su un web di primo e di secondo livello.

Noi di Seeweb abbiamo cercato più volte di parlare di net neutrality, non generando pero’ il dibattito che ci saremmo aspettati.
 
Questo perché a volte ci sono argomenti che non sempre “arrivano”: li sentiamo come complessi, o lontani da noi.

In realtà il problema della net neutralità ci riguarda tutti, e nel quotidiano riguarda come vedremo un film, come ascolteremo la musica, se vorremo fare delle videochiamate, se decideremo di creare una startup.
Riguarda quello che oggi facciamo sentendolo come un diritto acquisito.

I tedeschi sono stati bravi a raccontarci il problema della net neutrality in modo molto semplice, che “arriva”. Con leggerezza e ironia. E hanno realizzato un video che vi spiega senza tante complessità il progetto di Telecom. Lo vogliamo condividere con voi, affinché capiate perché siamo preoccupati.

Ci teniamo anche a introdurre il video riportandovi un commento di Barry Schein, fondatore di World.std.com, il primo ISP dial-up.

Sono in internet dall’età della pietra. Ho l’impressione che una questione che torna sempre a galla è che qualche tecnologia più o meno nuova richieda più banda di quella che la gente usava prima, e man mano che si diffonde la gente inizia a litigare.

Nei primi anni ’80 si trattava di scaricare il file hosts: “gente, potreste evitare di scaricarlo tutti contemporaneamente con uno script a mezzanotte in punto?!”

Poi è arrivato il sofwtare libero negli anni ’80: WSRM e simili avevano DAVVERO il diritto di diventare una calamita per questi download di software super popolari?

Poi sono arrivate le connessioni grafiche ai centri di supercalcolo remoti. Dai, potevano almeno generare localmente le immagini e scaricarle fuori dalle “ore di punta” (qualsiasi cosa significhi “ore di punta” in internet), oppure spedirle su nastro eccetera, piuttosto che tutti questi display grafici realtime che consumano risorse su risorse?

Hey, la DORSALE era a 56 kb.

Poi è stata la volta di Usenet, e delle immagini. Oh, in particolare immagini esplicite, perché oddio, immagina se l’amministrazione avesse scoperto che il nostro collegamento era lento perché gli studenti stavano scaricando, uhm, sapete cosa… (Scegli di accanirti su una classe politicamente senza potere e dichiara che LORO sprecano le risorse di rete.)

Oh mio Dio, ci mancavano solo i giochi!

Mi ricordo di una volta negli anni ’80 che ero seduto nell’ufficio di un vicerettore, e mi sono sentito fare una lezioncina su come la posta elettronica sarebbe stata solo uno spreco delle risorse dell’università! I computer servivano per programmare (lui aveva un dottorato in fisica, veniva da lì.)

E poi la gente è approdata su Internet (ehm), e poi altro ancora.

Adesso tocca allo streaming video.

E poi la larghezza di banda recupererà terreno, e non sarà più una preoccupazione.

Il mio commento è sempre stato lo stesso.

Ci sono due catergorie di persone al mondo: quelli che provano a capire come riuscire a cuocere più pane e quelli che spingono la gente nelle file per il pane.

Io ho sempre cercato di essere quel tipo di persona che prova a cuocere più pane. Anche questa volta passerà.

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3 risposte

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