
Le critiche di Assoprovider al provvedimento dell’Agcom sul copyright digitale
Un provvedimento “ammazza Internet”. Che penalizzerà pesantemente Internet Provider piccoli e medi. Così in un’intervista a ITespresso.it Gian Battista Frontera, vice presidente di Assoprovider, definisce lo schema di regolamento dell’Agcom sul diritto d’autore, tirato fuori “a ridosso delle ferie d’agosto”, come evidenzia proprio l’articolo.
Ma a cosa mira lo “schema di regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica”? Lo scopo è contrastare il fenomeno della pirateria digitale (in particolare per musica e film) attraverso la rimozione selettiva o disabilitazione dell’accesso ai contenuti illeciti. Un processo che potrà essere avviato solo dal soggetto legittimato e che dopo dieci giorni, a violazione accertata, vedrebbe disporre l’ordine di rimozione all’Internet Service Provider.
Secondo Frontera, le varie richieste di rimozione selettiva dei contenuti soggetti a copyright obbligherebbero i provider a “usare la tecnologia DPI e ciò renderebbe visibile anche il traffico internet degli altri utenti, in barba al segreto epistolare e dei dati sensibili.”
Non solo: gli ISP piccoli e medi verrebbero sottoposti a costi esorbitanti, “perché la predetta tecnologia imporrà di avere server molto potenti, per mantenere la qualità del servizio. Ciò porterà a una falcidia di operatori con un ulteriore impoverimento del sistema Italia sia dal punto di vista economico che qualitativo, poiché da sempre il piccolo/medio operatore fornisce un servizio sul territorio (…). Sembrerebbe quasi che gli interessi delle major e multinazionali dei contenuti (editoria, musica, cinema, broadcast televisivi) si uniscono con quelli dell’incumbent e dei grandi operatori, con un AGCOM, che non fa una bella figura, né dal punto di vista costituzionale – per i diritti individuali, alla privacy, di espressione, di fare impresa -, né giuridico, in quanto a detta di esperti giuristi, a giustificazione di tale regolamento, viene presa a supporto la direttiva europea sul commercio elettronico, che nulla ha a che vedere con il copyright”.
Parole decise e dure quelle del vice presidente di Assoprovider, che così si unisce all’avvocato Fulvio Sarzana e Marco Pierani di Altroconsumo, anche loro critici nei confronti del provvedimento, per il quale auspicano anche l’intervento del Parlamento.
Una risposta