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Cyber Security: ha ancora significato il termine privacy?

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Quando si parla di cyber security viene subito alla mente l’immagine di un black hat, nascosto in chissà quale parte del mondo, intento a creare disagi su siti web, blog, e-commerce e così via. Tuttavia, con questo termine si intende anche il furto di identità e la protezione della privacy.

 

Oggi più che mai siamo diventati “social“, abbiamo interiorizzato così tanto le consuete pratiche da social network che, se non postiamo l’immagine del pranzo su Instagram, lo status delle vacanze su Twitter, la canzone del momento su Facebook o la nostra attuale posizione su Foursquare, non siamo contenti. Il punto è: tutte queste informazioni che fine fanno?

Un aspetto da non trascurare è il fatto che abbiamo abbassato le difese, dal momento che abbiamo messo da parte nickname e avatar sostituendoli con nome, cognome e tanto di immagine personale, pensiamo che il web sia diventato un posto sicuro.

Cyber Security e privacy

Dieci anni fa non avremmo mai, neanche lontanamente, pensato di svelare il nostro nome su Second Life. Oggi però, su Facebook, si accettano le richieste di amicizia di tutti. No, non bisogna mai abbassare la guardia e secondo quanto emerso da alcuni rapporti, tra cui quello di Arbor Networks, dall’analisi dei primi sei mesi del 2014 gli attacchi cyber sono stati il doppio di quelli del 2013. Sempre in tema di cyber security e cyber attack, la società di sicurezza informatica Norton ha rivelato come solo in Canada, negli ultimi 12 mesi, 7 milioni di utenti sono stati vittime di furti di identità.

Il furto di identità si verifica in concomitanza con reati come frode e falsificazione. Può sembrare banale, ma per evitare il furto della propria identità e di diventare vittime del cybercrime, bisogna fare attenzione a cosa si pubblica su internet, condividere con molta cautela e cercare di salvaguardare il più possibile le informazioni personali.

A monitorare ogni nostro “movimento” sul web non sono solo soggetti malintenzionati ma aziende, programmi informatici e servizi che utilizziamo quotidianamente e che memorizzano i nostri dati per trarne un qualche vantaggio. Solo per citarne un esempio, come ha illustrato Quintarelli, pensiamo che inviare email sia un’azione “privata” e invece Google legge ogni singola email che inviamo e riceviamo.

A questo punto, per concludere, il termine privacy ha ancora una qualche valenza?

Fonte immagine: Invensyscybersecurity

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