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Il Cloud è arrivato all’età della ragione?

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Si è tenuto il 22 giugno a Milano presso il Campus Bovisa, il convegno finale della ricerca condotta dall’Osservatorio Cloud & ICT as a Service giunta ormai alla sesta edizione.

Dalla ricerca, che ha coinvolto oltre 900 CIO e responsabili IT (analizzando le principali dinamiche di mercato e scelte strategiche), è emerso che quello del 2016 è l’anno dell’età della ragione del Cloud.

Ma cosa significa nello specifico? Quali sono i settori che più coinvolgono l’adozione di soluzioni Cloud? Come cambiano le competenze per la gestione dei nuovi sistemi informativi? Come tutto ciò entra a far parte del mondo delle PMI?

Crescita Cloud Italia nel 2016Questi e molti altri aspetti sono stati affrontati durante il convegno che ha illustrato come ci sia una crescita anno su anno pari al 18% che porterà il Cloud a raggiungere un valore pari a 1,77 miliardi di euro. Nello specifico a crescere a ritmo più sostenuto è il Public Cloud, stimato in crescita del 27% dal 2015 per un valore di 587 milioni di euro.

« Il trend del nostro Paese appare in linea con quello che gli analisti internazionali fotografano come un fenomeno inarrestabile a livello globale », afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano. «Prendendo in riferimento i dati Gartner relativi al Public Cloud, si passerà dai 70 Miliardi di dollari del 2015 a più di 141 Miliardi di dollari nel 2019, con un tasso di crescita del 19,4%. Possiamo dunque dire che siamo entrati nell’età della ragione in quanto quella del Cloud è sempre di più una scelta razionale e fortemente voluta », continua Corso.

Cloud: un mercato che non conosce crisi

I dati di mercato mostrano una dinamica che non conosce crisi e l’approccio delle imprese evidenzia importanti segnali di cambiamento. Tuttavia, vi sono importanti passi che ancora devono essere compiuti, in particolare per quanto riguarda il consolidamento applicativo, che richiede un’attenta analisi delle opportunità derivanti dal Public Cloud, sia in logica di integrazione che di gestione della migrazione dei sistemi verso il Public Cloud (Cloud migration).

Lo scenario per le PMI
Alessandro Piva

« Il cloud è l’aiuto più grande per le PMI al di là della razionalità dei costi. Quello che non deve mancare è la competitività. Attualmente viene adottato dal 20% delle PMI che hanno tra i 10 e i 49 addetti e dal 30% nelle organizzazioni tra i 50 e i 249 addetti », afferma Alessandro Piva, Direttore Osservatorio Cloud & ICT as a Service.

Un nuovo modo di fare IT
Stefano Mainetti

« Competenze e business devono cambiare insieme per poi sperimentare l’innovazione. Si parla sempre di più di un nuovo modo di fare IT », afferma Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico Osservatorio Cloud & ICT as a Service. « Analizzando i differenti livelli di servizio emerge come in termini di diffusione prospettica, sono ancora i servizi SaaS (47%) a mostrare dinamiche più interessanti, così come alcuni ambiti dello IaaS (42%) » continua Mainetti.

Con riferimento alla componente di servizi SaaS è possibile rilevare differenti tassi di crescita nei vari ambiti, come ad esempio l’office automation e la posta elettronica insieme con l’amministrazione, finanza e gestione risorse umane.

Relativamente ai servizi di piattaforma PaaS, si registra nell’ultimo anno una specializzazione verso l’offerta di piattaforme per l’analisi dei Big Data, dell’Internet of Things (IoT) e degli strumenti di integrazione. I servizi IaaS registrano una crescita più contenuta, pari al 21%. Fanno parte di questa categoria i servizi di disaster recovery, di backup, di deploy di ambienti di produzione, sviluppo e test e la componente di spesa di cloudbursting.

Gli impatti del Cloud in Italia
Antonio Baldassarra

Quali gli impatti del Cloud?

« Le opportunità che derivano dall’utilizzo di servizi Public Cloud  portano benefici decisivi » afferma Antonio Baldassarra, CEO Seeweb.« I servizi Cloud vengono associati a vere e proprie esigenze strategiche aziendali diventando un elemento di affiancamento alla capacità di innovazione delle imprese. E’ un modello che consente di semplificare la gestione infrastrutturale e applicativa generando al contempo valore», continua Baldassarra.

Nella scelta dei servizi Cloud le organizzazioni sono guidate da molteplici variabili, in gran parte legate alla strategia complessiva adottata, alla tipologia di servizio ricercato e alla situazione dei sistemi informativi interni. Dalla ricerca emerge come tra i primi criteri ritenuti rilevanti ed essenziali ci sia la garanzia di sicurezza e affidabilità, certificazioni relative ai Data Center utilizzati per l’erogazione dei servizi, presenza di competenze tecniche, costo dell’implementazione e flessibilità contrattuale.

Per il Paas, Saas e Iaas non ci sono più (o quasi) scuse

Con il Cloud come scelta ragionata da parte delle aziende e quindi sempre di più in crescita, la sfida emersa dai dati riportati dall’Osservatorio di Milano è quella di evolvere verso modelli che permettono a infrastrutture e applicazioni di integrarsi in maniera veloce e flessibile con i servizi in Cloud, come Mainetti afferma « per il Paas, Saas e Iaas non ci sono più (o quasi) scuse ».

Cloud in Italia

Nell’ultimo anno sia per il Paas e Saas che per l’Iaas sono migliorati gli aspetti riguardanti la scalabilità, le performance, il controllo, la customizzazione, la continuità del servizio.

Per Paas e Saas resta un unico punto dolente: quello dell’integrabilità con il proprio sistema informativo.

Come Seeweb lavoriamo quotidianamente per garantire ai nostri clienti un servizio efficiente, sicuro e altamente di qualità. E’ proprio per questo che abbiamo pensato anche all’integrazione con i diversi sistemi informativi e implementato modelli di tipo event-driven e quindi con funzionalità di sincronizzazione dei dati in tempo reale.

Le soluzioni di Cloud Server in modalità SaaS permettono di scalare ogni risorsa configurandola in maniera granulare e di estendere nuove funzionalità pur mantenendo una retrocompatibilità affidabile, garantendo quella continuità operativa che contraddistingue un servizio di livello enterprise.

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