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La buona scuola italiana: dove si programma (divertendosi)

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La buona scuola italiana: dove si programma (divertendosi)“L’ora del codice”  è un progetto di Miur e CINI che lancia la programmazione nelle scuole. Enrico Nardelli e Giorgio Ventre, coordinatori di “Programma il Futuro”, ce lo raccontano meglio.

 
Il 3 dicembre scorso il MIUR, grazie alla collaborazione con il CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) ha lanciato alla presenza del Ministro Stefania Giannini l’iniziativa Programma il Futuro pensato per la scuola italiana. Programma il Futuro ha l’obiettivo di fornire alle scuole una serie di strumenti semplici e divertenti per formare gli studenti ai concetti di base dell’informatica e del pensiero computazione. 

La realizzazione del progetto “l’Ora del Codice“, iniziato quest’anno e con durata fino al 2017, è possibile grazie ad un innovativo partenariato pubblico-privato che condivide la necessità di avviare un’azione fondamentale per la crescita culturale e lo sviluppo della società italiana. Seeweb, per esempio, è tra i sostenitori dell’iniziativa.

Abbiamo intervistato Enrico Nardelli dell’Università di Roma Tor Vergata e Giorgio Ventre dell’Università di Napoli Federico II, i due coordinatori del Progetto per conto del CINI.

La scuola italiana e l'Ora del Codice

Qual è l’origine del progetto e quali sono gli obiettivi che si pone?

Enrico Nardelli: Il progetto muove da un’iniziativa di successo statunitense che ha registrato, nel 2013, la partecipazione di circa 40 milioni di studenti e insegnanti di tutto il mondo.

Il Cini, con il contributo fondamentale di Mario Rossano di Netlogica, ha sviluppato il portale Programma il Futuro che spiega la valenza del progetto e che rende fruibili i percorsi formativi dell’iniziativa.

L’Italia sarà uno dei primi Paesi al mondo a sperimentare l’introduzione strutturale nelle scuole dei concetti di base dell’informatica attraverso la programmazione (coding), usando strumenti di facile utilizzo e che non richiedono un’abilità avanzata nell’uso del computer.

Il progetto si propone, per l’anno in corso, di coinvolgere il 30% delle scuole primarie (circa 4.600 Istituti); completare il percorso base L’Ora del Codice in almeno il 15% delle classi delle scuole primarie; completare il percorso avanzato, o nella modalità interattiva o nella modalità “senza rete”, in almeno il 2% delle classi delle scuole primarie (circa 310).

L’obiettivo è aumentare queste percentuali entro il 2017 arrivando al 40% delle scuole primarie (circa 6.100 Istituti).

Si può affermare che lo studio del coding diventerà sempre più un requisito fondamentale per ogni tipo di lavoro?

Giorgio Ventre: E’ così. Oggi la tecnologia è ovunque e costituisce un potente ed efficiente strumento di lavoro e di organizzazione di vita quotidiana per le persone. Per essere culturalmente preparati per ogni lavoro che si voglia intraprendere è ormai sempre più utile la comprensione dei concetti di base dell’informatica. Dal punto di vista scientifico-culturale, l’informatica e in particolare il pensiero computazionale aiutano a sviluppare competenze logiche e capacità di risolvere problemi in modo creativo ed efficiente, qualità fondamentali per tutti i futuri cittadini. Tra i modi più semplici e divertenti di sviluppare il pensiero computazionale c’è sicuramente la programmazione (coding) in un contesto di gioco.

Sono richieste competenze particolari per i docenti responsabili dei percorsi formativi suggeriti?

Enrico Nardelli: Assolutamente no. Le lezioni sono disponibili sul sito : si tratta di materiali di elevata qualità didattica e scientifica, ma  realizzati in modo da renderli utilizzabili in classe da parte di insegnanti di qualunque materia. Il materiale didattico può essere fruito con successo da tutti i livelli di scuole, con una particolare enfasi sulle scuole primarie, vista l’efficacia di approccio precoce allo sviluppo del pensiero computazionale.

Come sono strutturati i percorsi formativi?

Giorgio Ventre: Il progetto, di durata triennale, prevede due differenti percorsi: uno di base ed uno avanzato. La modalità base di partecipazione, L’Ora del Codice, consiste in un insieme di attività di avviamento al pensiero computazionale che richiedono un’ora di tempo per essere svolte. Una modalità di partecipazione più avanzata, definita Corso Introduttivo, consiste invece nel far seguire un percorso più approfondito alla prima ora di avviamento, attraverso 10 lezioni che possono essere svolte durante tutto l’anno scolastico. Entrambe le modalità possono essere fruite sia in un contesto interattivo sia “senza rete”. Tutto il materiale disponibile è stato opportunamente adattato al contesto italiano da parte degli esperti scientifici del CINI.

Quali sono i risultati della sperimentazione registrati fino a questo momento?

Enrico Nardelli: Il contatore progressivo delle attività svolte nell’Ora del Codice (visualizzato al termine della giornata del 14 dicembre 2014 e consultabile in tempo reale a http://italia.code.org) evidenzia che in meno di due mesi quasi 155.000 persone hanno partecipato al progetto. E’ facile prevedere che nel resto dell’anno scolastico si raggiungerà un coinvolgimento ancora maggiore, considerando che si sono finora iscritti al progetto più di 5.000 docenti e le iscrizioni crescono di giorno in giorno.

E rispetto all’Europa?

Giorgio Ventre: Siamo molto soddisfatti dal momento che, nel corso della settimana mondiale dell’Ora del Codice (che si è svolta dall’ 8 al 14 dicembre 2014) in cui le scuole sono state sollecitate a svolgere almeno un’ora di queste attività, la partecipazione in Italia è stata la più elevata tra tutti i paesi europei.

Come si può partecipare all’iniziativa?

Giorgio Ventre:  In ogni scuola saranno i docenti a guidare le classi nell’iniziativa. L’iscrizione va effettuata sul sito  che mette a disposizione anche strumenti di supporto e pagine di aiuto (FAQ).

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7 risposte

  1. Desidero qui ringraziare Giorgio Ventre ed Enrico Nardelli: è stato bello lavorare con voi a questo progetto che non ha mancato di emozionarmi, soprattutto vedendo le tante foto di bimbi all’opera con il “coding” e le storie che hanno trasmesso gli insegnanti che vi hanno partecipato.

    Ringrazio inoltre Marco Ferrigno che con cui ho condiviso oneri ed onori e che si è occupato con passione e professionalità dell’infrastruttura di rete.

    Ringrazio poi la community Perl italiana (http://perl.it) senza la quale non ci sarebbe su CPAN la classe crittografica FNA che ho progettato: Crypt::FNA, cuore della sicurezza e parte fondamentale del bridge in Perl verso code.org.

    Ringrazio infine Giovanna che mi ha s(u|o)pportato durante tutta la durata del progetto.

    Il mio grazie va a tutti voi!

    Mario aka Anak 🙂

  2. ho partecipato all’Ora del Codice con la mia classe, una quarta della scuola primaria ed è stata un’esperienza didatticamente formativa, nuova, finalmente!
    Gli alunni hanno interagito con me, si sono molto appassionati alle attività proposte, e, alcuni, ora procedono da soli! Dovremmo usare questa metodologia anche per veicolare contenuti di grammatica o matematica, anzichè stare sempre lì a richiamare la loro attenzione. Noi insegnanti della primaria, dobbiamo tornare, come prima, al centro dell’attenzione dei bambini,usando quegli stessi strumenti che li distraggono. Naturalmente, dosando bene il tutto: una buona dose di insegnamento al pc, seguita da un’altra buona dose di insegnamento senza pc.

    1. Grazie Rosalba, il suo commento oggi sembra anche un po’ un augurio, un auspicio…
      Voi insegnanti dovete tornare a essere tutto questo, e soprattutto la scuola dovrebbe premiare insegnanti che come lei valorizzano il ruolo del docente nella società.
      Se riusciamo ad andare in questa direzione, per l’Italia c’è una speranza!
      Chiara – Seeweb

  3. Bellissima iniziativa! Vorrei però soffermare la vostra attenzione sul fatto che ci sono tante scuole primarie che non hanno la disponibilità di laboratori informatici o di LIM. Come si fa a progettare tutto ciò se alla fine non si può lavorare?
    Gabriella

  4. Buonasera Gabriella
    e grazie per la sua osservazione.
    Purtroppo su questo come seeweb non possiamo aiutarvi 🙁
    E’ ovvio che la disponibilità di laboratori informatici sia alla base di tutto,
    le auguriamo Gabriella di avere in futuro almeno una piccola parte della scuola che sogna.
    Un saluto,
    Chiara

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