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Intervista ad Anna Vaccarelli, ideatrice dell’Internet Festival di Pisa

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Con la sua prima edizione nel 2011, l’Internet Festival mette al centro i giovani e la rete. Inoltre con .itCup diventa un’occasione imperdibile per le startup.

Il 10 ottobre prossimo a Pisa ci sarà la terza edizione di .itCup Registro, startup competition che si svolge all’interno dell’Internet Festival di Pisa. Un’occasione per le startup del settore ICT di farsi conoscere e presentare i propri progetti, nonché di attrarre eventuali investitori. Con la possibilità, per le finaliste, di accedere a fondi per i loro progetti e la loro formazione.

Una delle protagoniste dell’importante evento è l’ingegnere Anna Vaccarelli, tra gli ideatori dell’Internet Festival di Pisa e responsabile delle relazioni esterne, media e comunicazione del Registro.it, l’anagrafe dei domini italiani gestito dal CNR.

Poiché come Seeweb parteciperemo all’.itCup in qualità di azienda, abbiamo approfittato per farle qualche domanda.

Anna Vaccarelli
Anna Vaccarelli, del CNR di Pisa, ideatrice dell’Internet Festival

1) L’internet Festival è il festival della terza rivoluzione industriale: quella della rete. Come immaginate questa nuova edizione?

Ci siamo ispirati alla materia e alla “non” materia di cui è fatta la rete: da un lato apparecchiature, cavi, server. Dall’altra bit, contenuti, parole idee. Abbiamo cercato di cogliere questa dicotomia e affrontare i temi caldi: dal deep web, la nuova economia ridisegnata dalla rete, gli scenari di futuro aperti dall’internet of things, il gaming, come tecnica di business, la solidarietà, la cooperazione e i valori attuati e trasmessi attraverso la rete, tutto in chiave divulgativa. Un pilastro di IF2014 sarà anche quest’anno la parte “education”, i T-tour (Tutorial tour): abbiamo ricevuto oltre 120 proposte di laboratori di formazione e divulgazione dedicati agli studenti ma anche a semplici curiosi che animeranno diverse sedi del festival per tutti e quattro i giorni. E infine, proprio nella sede CNR avremo una installazione sulle smart cities del “SENSEable City Laboratory” del MIT e un collegamento con il laboratorio di Boston il 10 ottobre.

2) Le startup vincitrici di .itCup possono ricevere fondi o anche partecipare alla Startup School di Mind The Bridge. Cosa significa per un giovane avere l’opportunità di formarsi a San Francisco?

Con .itCup abbiamo messo al centro di una startup competiton la formazione, un aspetto fondamentale per creare imprenditori consapevoli che possano affrontare il mercato. Per questo alle 10 finaliste offriamo due giorni di aula con formatori esperti per approfondire gli elementi chiave del business plan e rivedere il pitch, la presentazione agli investitori, che poi si troveranno di fronte il giorno dell’evento. Uno dei partecipanti riceverà in premio la partecipazione alla Startup School di Mind The Bridge, premio offerto dalla Fondazione Denoth. L’esperienza del vincitore della scorsa edizione, Francesco Rieppi con la startup Spotlime, è stata utile e entusiasmante. Lo abbiamo seguito sul nostro blog con un diario quasi quotidiano del suo soggiorno e questo risultato ha incoraggiato la Fondazione Denoth a riproporre anche ques’anno lo stesso premio. La prospettiva di crescita, le opportunità che si offrono a una startup viste dalla Silicon valley sono certamente più stimolanti di quelle “locali” e possono spingere un giovane imprenditore ad avere ambizioni più alte, a spaziare con le proprie idee su un orizzonte più vasto. Più concretamente può accedere a opportunità di finanziamento più interessanti di quelle nazionali.

3) Le startup possono fare molto per innovare. Pensiamo alle app che fanno guadagnare con gli scontrini fiscali, o a quelle che promuovono l’uso della stampa 3d. Secondo lei l’Italia è pronta a valorizzarle?

Credo che stia un po’ cambiando la mentalità: c’è sicuramente la consapevolezza di doverle aiutare e comincia a manifestarsi la volontà di farlo, ma il nostro contesto burocratico e legale è ancora troppo pesante per una startup. Pensiamo solo al fatto che in altri paesi per costituire una nuova impresa bastano poche decine di euro. In Italia è obbligatorio il passaggio da un notaio che comporta spese ben maggiori, che potrebbero risultare onerose e critiche per una startup in cerca di finanziamenti per avviarsi. Molto è stato fatto con il Decreto Crescita 2.0 ma molto resta ancora da fare per sburocratizzare e semplificare. Poi c’è la questione degli investitori, in Italia dotati sicuramente di un portafoglio meno capiente di quello dei loro colleghi americani. Qui penso debba entrare in campo la PMI italiana, valutando la possibilità che le startup possano diventare dei veri e propri laboratori di ricerca e sviluppo per strumenti e servizi innovativi per clienti e imprese.

4) Nel nostro Paese c’un forte bisogno sburocratizzazione. Registro.it c’è riuscita benissimo, la trasparenza e la velocità di gestione di registrazione e trasferimento dei .it fa invidia agli americani. Possiamo quindi farcela?

Dobbiamo essere fiduciosi: la rinascita del Paese passa anche da questo processo. La burocrazia impone costi visibili (bolli, tasse, stipendi di persone…) ma comporta anche costi non visibili (il tempo, che si traduce in mancata produzione) e deve essere ridotta e contenuta. È sicuramente una questione di semplificazione del rapporto tra PA, imprese e cittadini, ma anche di corretta diffusione della cultura digitale, l’unica che può garantirci un livello di sviluppo che ci tenga al passo con i paesi più avanzati. Il Registro .it fa la sua parte in entrambi i sensi, sia con l’evoluzione tecnica e burocratica del servizio che offriamo, sia avviando costantemente iniziative volte di diffondere la cultura digitale: .itCup del Registro .it è una di queste e manda un segnale di innovazione, ma lavoriamo molto anche nelle scuole e con delle campagne mirate che vogliamo rivolgere alle imprese.

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