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Facebook chiude Parse: cosa ne pensa BaasBox?

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BaasBox

La notizia è recente: dopo averla acquistata nel 2013 per ben 85 milioni di dollari, Facebook ha scaricato Parse, piattaforma di backend as a service.


 
Abbiamo approfittato dell’occasione per chiedere un commento ai competitor italiani di Parse nonché nostri partner: i founder di  BaasBox, Federico Pacilli e Claudio Tesoriero.

Premettiamo che Parse nasce come backend as a service freemium e, dopo essere stata acquistata dal gigante Facebook, con il tempo inizia a lasciare in secondo piano sia aspetti relativi agli aggiornamenti della piattaforma che allo SLA, diventando via via meno competitiva di altre soluzioni di tipo baas. Così, pochi giorni fa arriva l’annuncio ufficiale della chiusura del servizio: tutti gli sviluppatori che hanno utilizzato Parse per la creazione di applicazioni mobile iOS e Android dovranno migrare dalla piattaforma entro i prossimi 12 mesi, prima del taglio definitivo dei servizi da parte di Facebook.

BaasBox, invece, piattaforma tutta italiana creata da Federico Pacilli e Claudio Tesoriero, ha la particolarità unica di poter essere utilizzata sia come servizio di tipo Paas che come di tipo open source “in a box“, e può essere utilizzata da qualunque provider On Premise o IaaS che sia.

Pensato per un’architettura cloud-oriented è un servizio estremamente scalabile sia orizzontalmente che verticalmente, svincolato da hardware e fornitori e ridondato geograficamente. Nasce come baas open source e può essere installato su qualunque piattaforma.

E ora, veniamo proprio a loro, a BaasBox:

Cosa pensate della chiusura di Parse? Ci si doveva aspettare una cosa del genere?

B.: Non possiamo dire che si tratta di una notizia prevedibile, anzi proprio il contrario! Per la tipologia di exit che avevano fatto (acquisizione da parte di Facebook) si pensava ad una longevità del progetto ben diversa. All’epoca dell’acquisizione Facebook voleva provare a espandere le proprie linee di business verso il mondo mobile e cloud, l’acquisizione di Parse sembrava essere una possibile porta verso i developer mobile e i loro utenti delle app. Noi pensavamo a una possibile piattaforma di marketing condivisa per le app di Parse ma alla fine con soli 15 milioni di end-user e perdite annuali elevatissime, Facebook si sarà fatto due calcoli e ha chiuso il servizio, d’altronde per poco meno dello 1% della base utenti che hanno su Facebook dovevano mantenere un’infrastruttura importante e soprattutto garantire un freemiun a migliaia di developer. In questo articolo si possono leggere alcune indiscrezioni interessanti al riguardo: Facebook To Shut Down Parse

Quanto è importante avere il controllo dello stack tecnologico per uno sviluppatore?

B.: Prima di questa notizia lo dicevamo praticamente dappertutto, avere il controllo dello stack tecnologico è tutto. Si può sicuramente fare affidamento a un service ma non pensare a una via d’uscita non è strategico soprattutto se stai facendo un’app con un business model ben definito. Il tuo fornitore può cambiarti il pricing plan da un momento all’altro e farti andare fuori mercato. Peggio ancora se decide di abbandonare il business come ha fatto Parse.

In molti stanno migrando da Parse. Cosa rappresenta per BaasBox?

B.: In prima battuta la risposta più scontata è che si tratta di un’opportunità per noi (in questi ultimi 3 giorni abbiamo decuplicato i download e le iscrizioni alla mailing list), in realtà noi e Parse siamo molto differenti e quindi un po’ ci dispiace. Infatti Parse è stato il vero precursore della nostra industria, è il servizio che ha inventato il mobile backend-as-a-service e in qualche modo la sua defezione lascia un po’ di amaro in bocca anche a noi. Bisogna pensare che attualmente il nostro più grande competitor è ancora lo sviluppatore (o il team di sviluppo) che si realizza il proprio backend. Non vorrei che una notizia come questa rallenti l’ascesa della nostra industry.

BaasBox e Parse a confronto. In cosa vi differenziate?

B.: In una sola parola: il controllo. Con noi nessun developer si sarebbe trovato nella situazione che si è trovato con Parse. Anche noi offriamo un service ma il nostro punto di forza è proprio la possibilità di installare BaasBox su qualsiasi piattaforma cloud evitando ogni forma di lock-in. Ad oggi oltre 42mila sviluppatori hanno usato BaasBox e oltre 3mila app sugli store ci stanno utilizzando come backend. Pensiamo che la nostra proposizione a lungo termine possa essere quella vincente poiché accetta la sfida del cloud ma allo stesso tempo consente il massimo controllo ai team di sviluppo.

Cosa deve fare chi vuole migrare sulla vostra piattaforma?

B.: Attualmente può scriverci a info@baasbox.com e faremo in modo di aiutarlo per una migrazione veloce e indolore. Dopo il rilascio della versione 1.0 faremo un importer per passare da Parse a BaasBox in maniera automatica.

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